Bando Sviluppo Filiera Olivicola, le proposte del responsabile di "Terra Viva Umbria" Claudio Nardoni alla Regione

Per “Terra Viva Umbria” della Cisl le principali questioni riguardano:
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I nostri produttori, proprietari sia di piccole imprese (anche familiari) che di medie e grandi dimensioni, nonostante abbiano attraversato periodi difficili, di natura fitopatologica e commerciali, si sono impegnati duramente per migliorare la qualità e l’immagine della produzione umbra, lungo tutta la filiera dalla produzione alla commercializzazione, anche con l’adesione ai circuiti della DOP o del BIO.
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La nostra produzione, per le caratteristiche pedoclimatiche della Regione da un lato e quelle strutturali della stragrande maggioranza degli impianti olivicoli dall’altro, si connota per produzioni di qualità eccellente e costi di produzione molto elevati, difficilmente comprimibili, o comunque mai competitivi con quelli delle regioni più favorite dal pedoclima, o dai costi del lavoro inferiori a quelli locali.
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E’ illusorio pensare di diventare competitivi con chi opera in condizioni nettamente più vantaggiose; come per altri settori di eccellenza della nostra economia, occorre valorizzare le peculiarità e la unicità della nostra produzione.
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La politica agricola comunitaria si ispira ormai alle esigenze delle grandi produzioni dei Paesi del centro Europa, creando così una forte penalizzazione della nostra piccola dimensione aziendale.
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Riteniamo invece indispensabile che, in Umbria, le piccole realtà agricole, vengano rimesse al centro dell’interesse politico, perché hanno sempre contribuito all’economia regionale e hanno una forte ripercussione sociale, di mantenimento dell’occupazione, di salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio, di tutela e controllo del territorio, di utilizzo e valorizzazione delle risorse locali, oltre che preservare le tipicità e le eccellenze.
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Puntare soprattutto alla valorizzazione della peculiarità e della unicità della nostra produzione, in un quadro più generale di valorizzazione delle eccellenze produttive umbre.
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Favorire l’acquisto di attrezzature specifiche innovative, attraverso incentivi mirati, allo scopo di limitare il ricorso a mano d’opera costosa e spesso introvabile.
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Ammodernamento e ristrutturazione di vecchi impianti e realizzazione di nuovi oliveti finalizzati alla meccanizzazione integrale.
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Valorizzazione di quegli impianti con presenza di piante secolari.
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La fase di trasformazione deve riguardare solo iniziative interaziendali di olivicoltori, o ammodernamento di strutture esistenti senza peraltro aumentare la capacità lavorativa.
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Potenziamento del servizio fitosanitario regionale.
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Snellimento delle pratiche burocratiche
Per “Terra Viva Umbria” della Cisl, quindi, è evidente sostenere l’olivicoltura umbra anche attraverso la sua razionalizzazione, altrimenti rischieremo di perdere questo prezioso patrimonio.
Claudio Nardoni
Responsabile “Terra Viva Umbria” della Cisl

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 28-11-2020 alle 12:46 sul giornale del 30 novembre 2020 - 184 letture
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