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12/08/2010
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Nella mattinata di mercoledì, 11 agosto, Legambiente ha inviato alla Provincia di Perugia una segnalazione in cui richiede la verifica delle autorizzazioni e la sospensione immediata del lavori sulla sponda del fiume Topino, in località Cerreto (comune di Bettona). L’individuazione degli interventi, che per Legambiente sono impattanti, sproporzionati e inutili, è avvenuta in seguito a uno dei consueti controlli di vigilanza lungo i fiumi della provincia.
“Quello attualmente in corso sul fiume Topino in località Cerreto, nel Comune di Bettona, è un intervento impattante per l’ambiente fluviale, sproporzionato in relazione al contesto ambiente acquatico e allo stato idraulico del fiume, e soprattutto inutile, visto che in questo tratto non si riscontrano problematiche di dissesto tali da giustificare un intervento di queste dimensioni”.
È quanto emerge dalla segnalazione che Legambiente Umbria ha inviato questa mattina alla Provincia di Perugia, chiedendo una sollecita verifica delle autorizzazioni e delle prescrizioni rilasciate ai sensi di legge, e la sospensione immediata dei lavori per una necessaria rivalutazione del progetto, individuando modalità e sistemi più compatibili ed eventualmente necessari al caso specifico.
L’intervento, il cui progetto e cui direzione dei lavori è del Consorzio Bonificazione Umbra, interessa un lungo tratto di sponda del fiume Topino e prevede la realizzazione di una scogliera con massi ciclopici – in parte già realizzata – anteposta alla fascia riparia, con l’intento di il ripristinare e migliorare l’officiosità idraulica delle sezioni, di riparare le erosioni spondali e regolarizzare i tratti del Fiume Topino.
“Con questo intervento, inutile, costoso e dannoso – commentano le Guardie Ecologiche di Legambiente, che in occasione di uno dei consueti controlli di vigilanza lungo i fiumi della provincia hanno documentato e segnalato l’intervento – si ottiene il risultato di ridurre la sezione idraulica, favorendo, in caso di piena, l’accelerazione del flusso idrico, e nel medio e lungo periodo processi di erosione sul tratto di valle.
Non riusciamo a capire come sia stato possibile progettare e autorizzare un intervento del genere – continuano le Guardie Ecologiche –, infatti le sponde risultano ben protette e fortificate da una funzionale fascia riparia e la sezione idraulica è sufficientemente adeguata al regolare deflusso delle acque anche in caso di piena, grazie ad un alveo la cui scabrosità è tale da ridurre le accelerazioni. Riguardo poi alle ricadute in termini ambientali, il sistema e i mezzi adottati creano rilevanti perturbazioni all’ecosistema acquatico, come ampiamente dimostrato anche dalla comunità scientifica regionale.
La rimozione dell’ingente quantità di rifiuti abbandonati nei pressi del ponte e lungo la sponda – conclude l’associazione ambientalista –, situazione più volte segnalata da Legambiente, e una selettiva ripulitura della fascia riparia senza compromettere l’ecosistema fluviale, erano gli unici interventi necessari e giustificati in quel tratto di fiume”.