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Assisi: grande successo per la filosofia in piazza di Cacciari e Severino

Folto pubblico di spettatori in piazza del Comune ad Assisi per le conferenze dei filosofi Massimo Cacciari ed Emanuele Severino, protagonisti indiscussi dell’intensa quarta giornata dell’Oicos Festival.
La quarta giornata dell’Oicos Festival è iniziata con i workshop mattutini "Ieri si è detto. Commenti e discussioni sugli incontri di ieri", ed "Educazione e formazione: tv, cinema, facebook".
Sempre nella mattinata di sabato il Piccolo Teatro degli Instabili ha fatto da cornice alla presentazione dell’annuario ‘Davar’, rivista curata dalla prof.ssa Anna Giannatiempo, e di ‘Jean Paul Sartre, Mallarmé. La lucidità e il suo volto d‘ombra’, a cura dello scrittore Lorenzo Chiuchiù. Sono intervenuti alla presentazione anche i filosofi Massimo Cacciari e Gianni Garrera (foto in allegato).
Il pomeriggio è stato scandito da due appuntamenti. Il primo si è tenuto nella Sala della Conciliazione del municipio assisiate e ha avuto come protagonista Gianni Berengo Gardin, uno dei più noti fotografi italiani. Berengo Gardin ha tenuto un incontro/conferenza dal titolo “L’immagine come comunicazione”, interessante e accattivante dissertazione sul ruolo espressivo e impattante dell’immagine nell’ambito delle forme comunicative. Il fotografo aveva tenuto, nel tardo pomeriggio di venerdì, anche un suggestivo incontro a numero chiuso, “conversazioni al tramonto”, presso il prato della Basilica Superiore di S. Francesco.
Il secondo attesissimo appuntamento del pomeriggio di sabato è stata la conferenza “Francesco tra Giotto e Dante”, tenuta da Massimo Cacciari sul palcoscenico allestito in Piazza del Comune e seguita da un pubblico di oltre 500 persone.
Cacciari ha illustrato l’analogia sussistente tra la rivoluzione comunicativa dei due padri fondatori della cultura europea alla luce della figura di San Francesco. Il “volgare illustre” di Dante, che media il savio e il volgo non solo illustrando, ma comunicando verità, nonché la raffigurazione giottesca della santità non più iconografica, ma creaturale e reale, sono stati illustrati dal filosofo attraverso la chiave interpretativa dell’abbattimento francescano della dicotomia sacro/profano.
Per Massimo Cacciari la rivoluzione operata da Giotto, figura al centro del festival, è costituita dalla rottura con l’aulicità iconografica bizantina, irrompendo con immagini “creaturali” attraverso le quali offre al volgo la comprensione della storia di San Francesco, raffigurato in una santità non più ideale ma incarnata, reale.
La quarta giornata del festival si è conclusa con la conferenza, nella gremita Piazza del Comune, del filosofo Emanuele Severino, dal titolo “Linguaggio e tecnica”.
Alla presenza del presidente di Oicos Riflessioni Paolo Ansideri, il filosofo ha esposto il primato della tecnica, definita come “capacità cosciente di perseguire scopi”, sul linguaggio, ovvero l’insieme di atteggiamenti del corpo di cui la parola è la più attiva espressione.
Al centro dell’intervento sta l’essenza del nostro tempo, ovvero la caduta del concetto di limite: la filosofia e la scienza – che da sempre hanno posto il limite all’agire dell’uomo – nascono in risposta alla paura della morte e dell’annientamento. Oggi la tecnica supera ogni sapere proprio perchè “il sottosuolo del nostro tempo”, sostiene il filosofo, è l’assenza di quel muro invalicabile che separa il si dal no; come a dire che per la tecnica tutto è possibile, anche eludere le contraddizioni. In conclusione nel mondo dominato dalla tecnica tutto è nelle mani dell’uomo, perché il linguaggio non può più legittimare un livello superiore. Severino parla di un “paradiso che è un inferno” nel descrivere la condizione attuale dell’umanità, perché la paura del nulla è stata scalzata da una nuova paura, ben più terribile, quella di perdere la felicità raggiunta nell’unico mondo che ci è disponibile.

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