Quote rosa, Freddii ribadisce: ''Rispettiamo la sentenza, ma non la condividiamo''

Quindi rispetto della sentenza, ma non certamente condivisione.
A nessuno è sfuggito che anche in questa occasione i commenti delle opposizioni hanno riguardato esclusivamente le presunte difficoltà che la sentenza avrebbe causato in seno alla maggioranza confermando quanto andiamo sostenendo da tempo, e cioè che in questa vicenda le donne sono state strumentalmente utilizzate dalla minoranza con il solo proposito di mettere in crisi il Sindaco Ricci.
Del resto che del genere femminile all’opposizione assisiate non sia mai importato e non importi nulla è ampiamente dimostrato dalle delibere riguardanti le donne che hanno registrato in aula solo il voto favorevole della maggioranza e della collega Travicelli.
Quello che è ancora più grave è il fatto che, pur di mascherare la pochezza delle proprie proposte e la consapevolezza di non rappresentare una valida alternativa al governo della città, la minoranza non si è fatta scrupolo di rischiare la paralisi dell’azione amministrativa di Assisi.
Cosa sarebbe successo se oltre agli Assessori il Consiglio di Stato avesse ritenuto illegittime tutte le delibere della Giunta e del Consiglio Comunale? Bilanci, appalti, pagamenti, pratiche edilizie e quant’altro, tutto azzerato.
Sarebbe stato il disastro più totale per le famiglie e le imprese. Si sarebbe determinata una situazione dalla quale non ci saremmo più risollevati, solo perché l’opposizione, incapace di raggiungere i propri obiettivi con l’attività politica, non ci ha pensato due volte ad intraprendere un’azione giuridica.

Questo è un comunicato stampa pubblicato il 29-08-2014 alle 14:39 sul giornale del 30 agosto 2014 - 913 letture
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