Antenna Caminaccio, la cultura si schiera a supporto del comitato

Antenna telefonia mobile 3' di lettura 20/11/2015 - Dopo quaranta giorni dall’inizio lavori per l’antenna del Caminaccio - mese in cui il Comitato si è battuto costantemente e in diverse sedi istituzionali per far sentire la propria voce - non ci sono parole migliori per riassumere il caso in questione, la seguente nota del Professor Alberto D’Atanasio descrive, infatti, con sensibilità e profonda acutezza i fatti recenti.

“Il paesaggio italiano non è soltanto scenario e tematica per approfondimenti ambientalistici che pure sono fondamentali e quanto mai urgenti. Il panorama italiano è prima d’ogni altra cosa il simbolo primario che costituisce l’alveo, l’essenza su cui si fonda la nostra appartenenza, il nostro essere italiani. Deturparlo è prima di tutto un’offesa che lede ciò che è specchio di ognuno di noi. Non ricordarcelo è stupido e quanto mai pericoloso in questi tempi. Il paesaggio italiano rappresenta ognuno di noi che ci fa sentire gruppo piuttosto che branco. Quando poi il paesaggio è offeso, trattato con indifferenza o peggio, con la fredda commerciale metodologia delle multinazionali allora si dovrebbe sentire alto il grido delle comunità che esprimono il dissenso a difesa di ciò che le rende gruppo pulsante della vita cittadina.
Ad Assisi, simbolo mondiale di pace e concordia, sta accadendo paradossalmente l’opposto, un gruppo–branco italiano installerà un’antenna di una nota compagnia telefonica davanti alla magnifica città del Santo di Assisi. Strano? Sì stranissimo, è strano per me scriverlo, è strano rincorrere chi queste cose dovrebbe fermarle subito con una carta intestata scritta. È strano ma è così.
Eppure sarebbe bastata una ragionata visione del tutto per capire che a 300, dico, trecento metri di distanza la stessa antenna si sarebbe potuta istallare senza il minimo rischio per il paesaggio, senza il minimo rischio per le attività dove le persone vivono e si radunano. Pare che la telefonia abbia la meglio sul paesaggio, sulla storia, sulla memoria, sulla identità delle persone, sull’appartenenza, senza accorgersi che si stanno disperdendo quei valori che rendono coesa la società, senza accorgersi che un gruppo senza valori e preda di quei branchi che di valori seppur falsi ne hanno e i fatti di cronaca ne sono testimonianza. A volte bisogna urlare, battersi e combattere perché del puzzo della falsità e dell’ignoranza non se ne può più.”
Nel ringraziare il Prof. D’Atanasio per il supporto che sta dando al Comitato, siamo felici di constatare che ci sono ancora persone, e tante, che riescono ad incarnare la voce di tante altre e che si mettono in gioco in prima persona per valori ed ideali che salvaguardano il bene comune.
Vogliamo inoltre ribadire che crediamo fermamente che insieme un GRUPPO possa riuscire a far sentire la propria voce, la propria presenza; ed è per questo che vogliamo ricordare che lunedì p.v. 23 novembre si terrà il Consiglio Comunale in cui verranno discusse la mozione e le interpellanze relative all’antenna del Caminaccio e quella dello Stadio, e ricordare inoltre che il consiglio è pubblico e che essere presenti è affermare i propri diritti civili e rammentare a chi ci rappresenta che esistono, appunto, dei rappresentati da rappresentare. Alberto D’Atanasio è professore, tra gli altri incarichi, di Storia dell’Arte, Estetica dei Linguaggi Visivi e Teoria della percezione presso L’Università e l’Accademia di Belle Arti Santa Giulia di Brescia ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti e per la sua brillante carriera, collabora inoltre da anni con il Prof. Vittorio Sgarbi.

In basso:
il rendering del progetto per la realizzazione dell'antenna in zona Caminaccio


dal Comitato spontaneo del Caminaccio







Questo è un comunicato stampa pubblicato il 20-11-2015 alle 03:14 sul giornale del 20 novembre 2015 - 480 letture

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